Produzione

LA TECNICA

IL DISEGNO:

L’artista dopo aver eseguito vari bozzetti grafici e talvolta anche pittorici per simulare l’aspetto finale del lavoro, disegna a mano con una matita il soggetto da incidere in modo preciso seguendo la sua ispirazione e pensando ai colori che dovranno riempirlo fin nei minimi dettagli.

LA FORMATURA:

Il formatore, in accordo con il disegnatore e dopo averne ascoltato le esigenze circa il formato e le dimensioni, realizza a mano la ‘’madreforma’’ in gesso che darà foggia al pezzo in argilla facendo colare del gesso liquido su un modello liscio. Nella maggior parte dei casi la madreforma è rappresentata da una piastrella quadrata o rettangolare ma altre volte può essere quella più complessa di un piatto decorativo o di una piastra di grandi dimensioni.

L'INCISIONE:

Roberto Tastardi, incisore della manifattura, adoperando i numerosi bulini che lui stesso si è costruito negli anni, incide totalmente a mano il disegno ‘’speculato’’ al contrario nella cavità della madreforma. Durante questa operazione bisogna prestare particolare attenzione nel ‘’chiudere’’ tutti i segni incisi costituendo quelle zone che dovranno poi racchiudere ognuna un differente colore.

LA MODELLAZIONE (supplementare):

Nella modellazione l’artista dopo aver disegnato un bozzetto del soggetto che vuole rappresentare comincia da a dare corpo alla sua idea aggiungendo e lisciando con le dita tanti piccoli pezzi di argilla morbida fino a creare una piccola scultura a ‘’bassorilievo’’’. Questa fase pur non essendo importante nella nostra tecnica ‘’cloisonné’’ talvolta viene integrata per realizzare particolari fregi di natura mista o adoperata per creare bellissimi ‘’torelli’’ dagli sporgenti e bei volumi plastici.

LA FORMATURA DI UN BASSORILIEVO (supplementare):

Il formatore, dopo aver costruito un piccolo recinto intorno al modello con vari materiali, realizza a mano un calco in negativo facendo colare del gesso liquido sul modello in bassorilievo.

LA FOGGIATURA:

Il maestro artigiano calca con le mani l’argilla bianca nella ‘’madre forma’’, ne asporta l’esubero, la liscia con una racla di legno e dopo qualche minuto estrae meticolosamente il manufatto ormai ‘’foggiato’’ stando ben attento a non deformarlo.

L'ESSICCAZIONE:

L’essiccazione può avvenire sia naturalmente all’aria aperta quando fa caldo, o in camere riscaldate durante i mesi invernali. Rappresenta una fase molto delicata in cui i pezzi perdendo la loro umidità cambiano colore, diventano più chiari e arrivano a rimpicciolirsi anche del 5%. Questo processo va governato in maniera scrupolosa applicando e togliendo dei pesi affinché i pezzi non subiscano lesioni o storture. I manufatti così, dallo stato morbido arrivano allo stato secco e diventano molto fragili.

LA RIFINITURA:

I pezzi ormai secchi ma fragili vengono maneggiati molto delicatamente dal maestro artigiano che sfregandoli su carte e materiali abrasivi li squadra, ne rifinisce i bordi rendendoli lisci ed elimina ogni imperfezione. Questa fase proprio perché eseguita totalmente a mano fa sì che ogni pezzo abbia delle piccole differenze di dimensioni. Questa particolarità non rappresenta un difetto ma al contrario ne garantisce l’artigianalità.

IL PRIMO FUOCO (biscottatura):

I Fornaciai partendo dal basso verso l’alto e alternando delle colonnine verticali a piastre refrattarie orizzontali costruiscono sulla base del forno una struttura simile ad un piccolo edificio di tanti piani in cui impilano uno ad uno tutti i pezzi da cuocere. Una volta terminato il lavoro di costruzione i fornaciai si apprestano ad accendere con la fiamma tutti i bruciatori interni nella camera di cottura, introducono il carrello con ’’il carico’’, chiudono il portellone e danno il via alla cottura facendo partire la lenta risalita della temperatura che arriverà a 1050°. Questo processo che dura circa 12 ore farà sì che i pezzi temprati dal fuoco diventino rigidi, porosi, resistenti e di un bel bianco candido.

LA DECORAZIONE A PENNELLO (supplementare):

Seppure la decorazione a pennello non sia normalmente necessaria nella nostra tecnica del “cloisonné ceramico”, talvolta viene integrata sia per dare particolare risalto alle parti più sporgenti dei rilievi o per dare importanti chiaroscuri e sfumature cromatiche sulle parti lisce che poi filtrano attraverso le cristalline colorate. Questo tipo di decorazione, che avviene intingendo i morbidissimi pennelli nei colori finissimi per ceramica, è da sempre considerata la più complessa nel mondo della pittura perché non ammette errori o ripensamenti. È eseguibile solo da chi ha particolare abilità e mano ferma e sebbene nei pezzi piccoli sia alla portata della maggior parte dei nostri artigiani decoratori, per i pezzi più grandi e complessi vede impegnato Paolo, il nostro abile capo-pittura, decoratore di grande esperienza, e solo in quelli particolarmente importanti da Roberto Tastardi in persona.

LA SPRUZZATURA DEL MANGANESE (supplementare):

L’artigiano, dopo aver disposto più pezzi su una tavoletta o anche un solo pezzo “importante”, spruzza con un aerografo a mano il “manganese” in modo radente e da una determinata angolazione per mettere in risalto i rilievi o creare particolari effetti sfumati.

LA DECORAZIONE CON PERETTE:

Questo tipo di procedimento rappresenta la decorazione “principe” della nostra tecnica in “cloisonné ceramico” e di cui possiamo considerarci sicuramente i pionieri nel mondo perché è stata utilizzata in modo massiccio da “Creazioni Luciano” fin dagli anni ’60. Negli stabilimenti della manifattura storica sono stati formati decine e decine di artigiani decoratori dapprima sotto la guida di Luciano Sr in persona poi da Giovanni, capo-pittura ormai in pensione. I Maestri artigiani decoratori, adoperando tante perette quanti sono i colori da utilizzare, riempiono manualmente tutte le zone racchiuse dal disegno a rilievo. Per farlo fanno scivolare pazientemente uno ad uno gli smalti vetrosi che allagando gli ‘’alveoli’’ rimangono confinati dal ‘’bordino a rilievo’’. Questo tipo di decorazione richiede grande abilità, precisione e destrezza perchè il decoratore deve gestire tre fattori fondamentali. Il primo è capire la giusta densità dello smalto, poi, effettuando un movimento armonioso ed efficace, deve contemporaneamente esercitare con le dita una pressione sulla peretta proporzionale alla quantità di colore sufficiente per riempire le ‘’zone’’. Ad aumentare la difficoltà va sottolineato che questo tipo di smalti da crudi, oltre ad avere una consistenza ‘’terrosa’’, non rispecchiano minimamente il colore che acquisiranno dopo la cottura. Allenarsi negli anni ha portato i nostri ragazzi a diventare sempre più veloci tanto da stabilire di volta in volta dei veri e propri record produttivi.

L'INVETRIATURA FINALE:

L’invetriatura viene eseguita spruzzando manualmente la cristallina trasparente finale che serve ad uniformare il pezzo con un’unica patina vetrosa lucida o anche opaca Matt. Ma cos’è una ‘’cristallina’’? Per capirlo proviamo ad immaginare un pezzo di vetro sminuzzato e macinato in modo talmente sottile da diventare una polvere finissima miscibile con acqua. In sostanza un vetro ‘’liquido’’ di colore bianco che, una volta spruzzato, alla temperatura di 950° fonde e diventa uno strato compatto trasparente. Questo passaggio non solo serve a sigillare totalmente il pezzo ma soprattutto ad uniformare tutte quelle parti che non essendo coperte dai colori a cottura ultimata risulterebbero ‘’scabre’’. Una volta terminata la spruzzatura su tutti i lati bisogna verificare e ripulire attentamente con una spugna umida, tutte quelle parti che andranno a poggiare sui ripiani del forno onde evitare l’amara sorpresa di vedere il proprio manufatto “saldato” sul ripiano per sempre dal vetro solidificato .

LA SPRUZZATURA DI COLORI E SMALTI:

L’artigiano spruzza manualmente le cristalline colorate in modo uniforme sulla superficie e sui lati di una piastrella come nel caso dei nostri ‘’Fondi’’ o in modo radente con colori più sottili se deve dare un particolare effetto di sfumatura cromatica ad un pezzo importante. Va notato che in tal caso l’artigiano dovrà ‘’schermare’’ tutte quelle parti del pezzo che non dovranno risultare ‘’sfumate’’.

IL SECONDO FUOCO (cottura smalto):

I fornaciai così come per la prima cottura partendo dal basso verso l’alto incasellano, spingendo delicatamente con i pollici, tutti i pezzi uno alla volta nelle cosiddette ‘’caselle’’ refrattarie. Queste simili a piccoli scaffali sono provviste di tante piccole alette nei lati interni e servono a tenere distanziati i manufatti uno sull’altro evitandone il contatto tra le parti smaltate che altrimenti si attaccherebbero irrimediabilmente. Accesi i bruciatori ha inizio la cottura ma questa volta fino a 950°. E’ a questa temperatura che gli smalti vetrosi e le cristalline colorate diventano incandescenti, fondono, si liquefanno, si adagiano perfettamente al corpo ‘’biscottato’’ e restano intrappolati dal ‘’bordino a rilievo’’ che non li fa debordare. Una volta raffreddato il forno, gli smalti prima opachi e terrosi riveleranno un aspetto lucido, brillante e trasparente che ricorda i colori di una antica vetrata artistica.